lunedì 4 giugno 2012

Hunger Games Suzanne Collins

 

Titolo: Hunger Games
Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Anno: 2009
 
Collana: I Grandi
Pagine: 376
Prezzo: 17.00 €


Trama:
Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta.
Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.
Commento:
La trama, innovativa nel panorama del genere, ci porta in un esistenza post apocalittica del futuro in cui il Nord America ha assunto il nome di Panem, una nazione canaglia che affama i distretti in cui è divisa e da cui attinge le risorse per mantenere il benessere del suo nucleo centrale: Capitol City.

Per mantenere l’ordine, e assoggettare, il governo centrale rappresentato dal suo presidente Snow: ha creato gli Hunger Games un Reality Show all’ultimo sangue, in cui ragazzini estratti a sorteggio ogni anno nei distretti, fra i dodici ai diciotto anni di età, vengono spinti al massacro.
Con l’unica speranza per il singolo contendente di essere l'unico a riuscire in qualche modo a uscirne vivo e assicurare per se e alla propria famiglia fama e tranquillità economica, e al proprio distretto per un anno: solo un po’di benessere fatto essenzialmente di cibo in più.
Katniss, la nostra protagonista, si ritrova a dover scendere nell’Arena degli Hunger Games per scelta: per salvare la vita all’adorata sorellina minore.
Non esita un attimo a condannarsi a morte perché lei è abituata a provvedere alla vita e alla morte di chi ama: perché nutrirsi è una questione di vita o di morte nei distretti, e, soprattutto, nel dodici dove vive lei, con la madre e la sorella.
La nostra eroina è  un “capofamiglia” nel concetto più arcaico del termine a cui assicura il sostentamento basilare: il cibo per vivere, cacciando di frodo e rischiando pene corporali e mutilazioni, ma anche la vita.  Il rispetto delle leggi dittatoriali di Capitol City è assicurato dai “Pacificatori” che sono una moderna Gestapo nel mondo creato dalla Collins.
I richiami al circo Romano, e ai metodi per assoggettare e divertire il popolo, della storia antica, sono molti e neanche troppo velati (come anche quelli alle moderne dittature comuniste e naziste).
Parole come Tributo (nome dato ai contendenti estratti), Arena (nome del campo di battaglia fra i contendenti): rendono immediatamente l’idea.
Panem et circenses dirà poi in seguito un personaggio della saga, e così si scoprirà che anche il nome dello stato deriva da questo concetto.
La nostra eroina, dopo la sua decisione estrema, verrà strappata brutalmente alla famiglia e all’amicizia con Gale, il suo compagno di caccia, per essere catapultata insieme a Peeta (L’altro ragazzo sorteggiato) nel mondo del reality Show, che prima di diventare una carneficina, presenta tutte le fasi preparatorie tipiche di quel tipo di trasmissioni televisive: con tanto di trucco e parrucco, fama e lussi annessi.
Katniss e Peeta, tragicamente rivali, prima che compagni di distretto, daranno vita ad una storia intensa e piena di colpi di scena, in cui il sentimento avrà una parte strategica e tragica al tempo stesso, che terrà col fiato sospeso fino alla fine, e non risparmierà scene crude, crudeli, e drammatiche, fino al cliffhanger mozzafiato finale.
Ho adorato Hunger Games, perché a differenza di tutti gli young adults di genere fantasy letti fin ora: è stato il primo che si è realmente discostato dal manierismo di genere inserendo concetti e profondità morali importanti, o quanto meno “istruttive” per il lettore giovane lettore a cui è diretto.
Tutto questo in uno y.a. per me è stata una sorpresa, piacevole, molto, piacevole.
La Collins è una scrittrice esperta e sa raccontare, emozionare, e ci riesce facendoti entrare nei panni di Katniss e del suo bisogno istintivo di provvedere a gli altri e a se stessa, dove l’ordine di idee che evoca la frase non è astratto, ma un concetto atavico: nutrirsi, sopravvivere.
Io penso che stimolare un lettore giovane che legge un romanzo d’evasione con concetti basilari, dimenticati e resi troppo scontati dalla società odirena in cui vive, costruendone una “morale” forte e incisiva, sia molto positivo e innovativo almeno per me che non ho ancora letto nel genere y.a. nulla di simile. E se poi questo va a braccetto con un tema interessante ricco di colpi di scena cliffanger, che evoca scene da action movie die hard, ed è condito con un’ossessione adolescenziale e giovanile: come sono di fatto i reality show del nostro tempo; ecco che gli ingredienti sono giusti e il successo è assicurato.
Il ritmo è buono, e sebbene la protagonista, che è la voce narrante, risulti in più punti antipatica, e questo rovini un po’ il romanticismo che è appena accennato, ma che è di fatto parte integrante del libro nella figura di Peeta, anche il rapporto non-rapporto sentimentale di Katniss con lui risulta interessante, più di quello di legame con Gale, ma con quest’ultimo, ne è tratteggiato nelle prime pagine abbastanza bene: l’aspetto di profonda amicizia.
Io personalmente ho letto il libro, dopo aver visto il film, e devo dire che in questo caso la lettura, è imprescindibile per capire veramente dinamiche, storia e personaggi.
Anche se in alcuni punti la sceneggiatura cinematografica ha posto accenti su fatti tralasciati nel libro, come la modalità di “marchiatura” e sorteggio, che rendono l’idea benissimo del clima da ss della scena drammatica che da inizio alla storia della saga.
Un appunto va fatto alla copertina americana, che fuorvia molto (a me è successo e l'ho letto solo dopo aver visto il film) nel giudicare il romanzo che sembra quasi -per via di quegli occhi inumani dell'illustrazione- un paranormal, e non solo futuristico "post-apocalittico".
In conclusione? Davvero da leggere tutto d’un fiato.

La trilogia Hunger Games:
1. Hunger Games
3. Il canto della vittoria (maggio 2012)

Commento di Margo

Dalla Tana sono cadute:

                                                                       

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